Goebbels, piazza S. Babila e Salvini

In questi giorni imperversa sui social una polemica nata pochi minuti dopo la fine della manifestazione svoltasi in Piazza S. Babila martedì 28 Agosto.

La folla che aveva pacificamente e orgogliosamente partecipato all'incontro nato per contrastare la furia sovranista del ministro Salvini non era ancora tornata alle proprie abitazioni che il web veniva invaso da foto che ritraevano cartelli che ricordavano a Salvini la vicinanza tra Piazza S. Babila e Piazzale Loreto (luogo conosciuto per lo scempio perpetrato ai corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci e altre camice nere).

La prima reazione di molti è stata di sconcerto ovviamente. Poi qualcuno ha iniziato a farsi qualche domanda. Tutti i cartelli erano identici nella struttura che reggeva il foglio con la frase incriminata e venivano mostrati in diverse aree della piazza.

La presenza di numerosi cartelli identici voleva evidenziare  una struttura organizzata e sostenuta in modo chiaro (o almeno tollerata) da chi manifestava.

Tutti i cartelli, pur ritraendo porzioni della piazza diverse, erano esposti alla stessa luce.
Tutti i cartelli non mostravano ombre ne' naturali (il sole) ne' dovute all'effetto generato da altri cartelli o da una delle numerosissime bandiere.

In sostanza tutti i cartelli erano immuni da qualsiasi effetto naturale legato all'ambiente che li ospitava.

Tutti i cartelli erano rivolti al fotografo e tutti non orientati (come da prassi) verso il palco degli oratori.

In sostanza vi erano alcune evidenti anomalie.

Logica portava a dire che i "numerosi cartelli" rappresentassero un fake.
Qui scatta il modello Goebbels ossia la volontà di ripetere all'infinito una falsità rendendola, prima possibile, poi veritiera ed, infine, vera.

In serata parte la grancassa degli insulti ai manifestanti violenti che raccoglie subito centinaia di adesioni (quelle si insultanti).
Chi  era presente non ricorda di avere visto i numerosi cartelli ma si trova sconcertato per la possibile presenza di cartelli vergognosi.

Qualcuno afferma che "forse" un cartello c'era ed è stato rimosso (un cretino su 15mila ci può stare e avere isolato il cretino dimostrerebbe il contrario di quanto affermato dalla propaganda Goebbelsiana).

Nei giorni successivi la "verità" dei numerosi cartelli monta. Il governatore della Lombardia Fontana viene utilizzato come testimonial perchè inveisce contro i "numerosi" cartelli visti (non si sa da chi) e così facendo diviene elemento a sostegno della veridicità della notizia.

L'assessore Majorino e l'on. Boldrini si scusano per "il cartello" pur dicendo di non averlo visto (e siamo alla veridicità). L'on. Fiano a sua volta si scusa per "i cartelli" pur dicendo di non ricordarsi il legame con Piazzale Loreto (quindi la notizia si avvicina ad essere vera pur non essendo dimostrabile la sua veridicità anche fattuale).

Le scuse vengono utilizzate per dare sostanza alla notizia:c'erano numerosi manifestanti con cartelli violenti si sono persino scusati gli organizzatori (però nessuno dice che si scusano senza avere visto e che "eventualmente" la vulgata parla di un cartello rapidamente rimosso).

Nessuno tra i tanti manifestanti ricorda un cartello di questo genere (e qui si inizia a rendere evidente come una notizia lentamente diventi vera pur in assenza di qualsiasi elemento in grado di dare alla stessa un elemento di concretezza).

Nessuno si perita di fare una piccola riflessione sulle anomalie ottiche e naturali dei cartelli. Ormai i numerosi cartelli sono entità vere e presenti nella piazza, perchè mai chiedersi come possano non essere influenzati dal sole, dalle ombre? Perchè chiedersi come mai  sono tutti identici e rivolti a chi ne diffonde l'immagine.

I manifestanti un po' alla volta iniziano a dirsi che "un cartello" non fa la volontà di una manifestazione e lentamente passa l'idea che uno o più cartelli identici fossero davvero in piazza sebbene nessuno ricordi di averli visti.

Goebbels vince!! E stravince nel momento in cui chi prova a dire di riflettere, di stare ai fatti, di pensare all'ottica, di fare ricorso alla propria memoria etc,  finisce per trovarsi a doversi giustificare per "non avere visto" uno dei tanti cartelli che il manipolatore ha piazzato persino a tre metri da lui, e naturalmente per non accettare la verità dei numerosi cartelli che hanno invaso la piazza.

E a nulla serve sia affermare che il cartello non c'era e che non si vede nemmeno nelle tante foto o i video che lui ha fatto in piazza. Non serve nemmeno citare le tantissime foto e i video che a centinaia i manifestanti hanno postato durante e dopo la manifestazione. In nessuna si vede uno solo dei numerosi cartelli.

Inutile la verità ormai è quella della presenza di numerosi cartelli violenti.

La morale della storia è triste. Non si sa se qualcuno dotato di macabra e insulsa ironia abbia portato in piazza un cartello. Ma è ormai acclarato che in piazza c'erano numerosi cartelli identici, predisposti da un gruppo organizzato e che erano sparsi nella piazza e dalla piazza evidentemente tollerati che ricordavano a Salvini la fermata di Piazzale Loreto.  Amen


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